Il governo ha dichiarato sei mesi di stato d’emergenza per gestire il boom di sbarchi e la questione migratoria.
Il Consiglio dei ministri di ieri ha decretato lo stato d’emergenza per sei mesi in materia di immigrazione su proposta del ministro dell’Interno Piantedosi. Questo strumento permette al governo di affrontare una calamità naturale o una crisi con mezzi e strumenti straordinari. In genere questo atto amministrativo si utilizza per terremoti o alluvioni. L’unico precedente in materia di immigrazione risale al 2011.
Lo stato d’emergenza prevede anche uno stanziamento di risorse finanziarie da destinare ad interventi urgenti. In questo caso si tratta di 5 milioni di euro attingendo dal Fondo per le emergenze nazionali. Questo tipo di provvedimento può essere sia locale che nazionale come in questo caso e non può superare i 12 mesi.
A cosa serve questo provvedimento
“Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi“, ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il provvedimento arriva dopo gli ultimi giorni in cui si è registrato un incremento degli arrivi. Nel ponte di Pasqua sono arrivate oltre 3mila persone. La premier infatti parla di un aumento del 300%.
“Né la Sicilia né Lampedusa, né le altre regioni, e penso a Calabria e Puglia, possono da sole affrontare questa condizione di emergenza. È necessario quindi ricorrere a misure anche in deroga all’ordinamento vigente – le ha spiegato Musumeci -. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea” precisa il ministro della Protezione Civile.
Con lo stato d’emergenza, come spiegano dal governo, si potranno dare risposte più veloci ed efficaci nella gestione, velocizzando le procedure per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard, e dall’altro aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.